Data / Ora
Date(s) - 28/09/2016
19:00 - 23:00
Luogo
Il Margutta
Categorie
Urban Eyes, occhi urbani, suona anche come “urbanize”, urbanizzare.
Sono in mostra le opere di Giorgio Bartocci, DAFF, EFY, Luca Font e NEO: 5 nomi noti nell’urban art, soprattutto milanese, con in comune lo spray e la forte identità di un percorso condiviso e allo stesso tempo individuale.
I lavori indoor qui allestiti rappresentano per questi artisti la loro ricerca e per chi li osserva la matrice di un immaginario urbano esplosivo per colori e forme.
Il movimento urban, figlio del graffitismo, della street-art e
dell’hip-hop, è stato lungamente recalcitrante dall’essere inquadrato nel mercato dell’arte.
Se vi è una comune caratteristica per gli artisti
dell’uso-e-abuso della bomboletta è l’anima selvatica e libera. Il muro o il treno consacrano il gesto creativo alla bellezza dell’effimero, dell’attimo fuggente, oltre che al fascino del proibito.
Ma vi è un punto per ogni movimento d’arte, anche quello più indomito, in cui nasce l’esigenza di darsi riconoscimento e peso. È così che da qualche tempo la cultura underground e urban ha reso meno aspra la distanza con i
luoghi deputati all’arte concordando momenti d’incontro.
La scintilla di tutto l’urban è stata senza dubbio statunitense. In
particolar modo gli anni settanta e ottanta newyorkesi ne sono stati il volano esponenziale e globale.
Ma nonostante l’assoluto riconoscimento e la
sensibilità degli artisti tutt’oggi sintonizzata con l’estetica
d’oltreoceano, c’è un imprimatur d’appartenenza culturale, connaturato ad uno degli aspetti fondamentali e indiscutibili della street e urban art, ovvero quello d’essere site-specific, indissolubilmente radicata al luogo in cui si realizza.
L’interrogativo *hic et nunc*, al ritmo del talking di Papaceccio MC e della breakdance della UDA urban dance academy, è se un luogo d’urbanità e storia millenaria come l’Italia non comporti una propria forza identitaria.
Non mancate!